L’Italia, per ragioni strutturali legate alla peculiarità del suo mix energetico e alla sua dipendenza dalle importazioni di materie prime dall’estero, è storicamente caratterizzata da prezzi più alti dell’energia rispetto ad altri Paesi del Vecchio Continente.
Questa situazione di caro energia si è particolarmente accentuata nell’ultimo biennio, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, con conseguenze che sono state avvertite da tutti i consumatori. Ma la situazione si è fatta difficile soprattutto per quelle imprese che hanno necessità di utilizzare grandi quantità di energia per le proprie attività produttive. Tra queste, le aziende a forte consumo di energia elettrica che, secondo gli ultimi elenchi pubblicati da CSEA, sono oltre 4.300 a livello nazionale, appartenenti soprattutto a settori industriali come cartiere e acciaierie, passando per le industrie meccaniche e alimentari. Queste aziende a elevati consumi energetici hanno pagato più delle altre lo scotto del caro energia, tanto da arrivare a fermare temporaneamente le proprie produzioni nei momenti più caldi della crisi.
Il nuovo decreto Energy Release
Da più parti è stata quindi invocata l’introduzione di uno strumento che permettesse di alleviare questa condizione, così da ridare slancio a dei settori fondamentali per la competitività del sistema Paese. Un passo in avanti in tal senso è arrivato lo scorso 23 luglio dalla firma del decreto Energy Release (pubblicato in Gazzetta ufficiale il 30 luglio) che, oltre a introdurre un aiuto concreto a favore delle realtà energivore, istituisce un collegamento diretto con la decarbonizzazione. Nello specifico, la misura supporta la decarbonizzazione dei settori industriali esposti alla concorrenza internazionale e, quindi, a maggiore rischio di delocalizzazione. Nel concreto il provvedimento stabilisce la cessione in anticipo di elettricità a prezzi calmierati a supporto delle imprese a forte consumo di energia elettrica che si impegnano a realizzare nuova capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico.
Le prospettive e i vantaggi offerti dal Nuovo Decreto Energy Release saranno al centro del webinar “Energy Release: un aiuto per la competitività degli Energivori” organizzato da Edison NEXT in collaborazione con Digital360, in programma il prossimo 26 novembre (dalle 12.00 alle 13.00). Un talk per approfondire il funzionamento del meccanismo e scoprire come ottenere energia green a prezzo calmierato e realizzare nuova capacità rinnovabile.
I contenuti del decreto
Ma cerchiamo di vedere nel dettaglio il funzionamento dell’Energy Release: un aspetto fondamentale è che le imprese energivore non sono tenute a realizzare immediatamente gli impianti da fonti pulite per accedere al beneficio. Il decreto ministeriale parla esplicitamente di “cessione anticipata di energia elettrica a prezzi contenuti da parte del GSE alle imprese energivore”. Questo significa che le imprese energivore interessate avranno la possibilità di richiedere al GSE (Gestore dei Servizi Energetici) l’anticipazione, per un periodo di 3 anni, di una quota parte dell’energia elettrica rinnovabile (e delle relative garanzie di origine) che verrà generata dagli impianti da fonti rinnovabili che si impegnano a realizzare. L’energia anticipata verrà ceduta a un prezzo calmierato definito dal GSE e dovrà essere restituita in 20 anni al medesimo prezzo di cessione, a decorrere dall’entrata in esercizio degli impianti.
- Le imprese energivore si assumeranno l’impegno di realizzare impianti da fonti rinnovabili, tra cui il fotovoltaico, di potenza minima pari a 200 kW entro 40 mesi dalla sottoscrizione del contratto di anticipazione. La nuova capacità di generazione da fonti rinnovabili potrà essere relativa a nuovi impianti o al potenziamento di strutture esistenti e dovrà avere una potenza complessiva pari almeno al doppio di quella oggetto del contratto di restituzione.
- Tale nuova capacità di generazione di energia green, come anche la stipula dei contratti di anticipazione e restituzione dell’elettricità potranno essere realizzati anche attraverso soggetti terzi, con i quali le imprese energivore abbiano sottoscritto appositi contratti di approvvigionamento a termine. Da rilevare che gli energivori avranno una priorità nella concessione di superfici pubbliche per la realizzazione degli impianti in caso gli enti concedenti ricevessero più richieste per le medesime aree.
Il cuore dell’Energy Release è comunque rappresentato dal prezzo di cessione, che sarà calmierato: secondo quanto si può leggere nel decreto, il valore di tale prezzo sarà definito dal GSE, tenuto conto del costo efficiente unitario di produzione dell’energia rinnovabile da impianti di dimensione di scala efficiente che utilizzano tecnologie mature competitive.
Il bando e le regole operative
Ma quali sono le tempistiche previste? Il primo step riguarda le regole operative elaborate dal GSE e approvate a fine ottobre 2024 dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che disciplinano l’accesso al meccanismo, indicando le condizioni e i requisiti per la partecipazione alla manifestazione di interesse, le procedure per l’assegnazione dell’energia nella disponibilità del GSE e delle garanzie d’origine, le caratteristiche dei contratti di anticipazione e restituzione dell’energia. Il successivo passaggio è la pubblicazione del bando, prevista entro metà novembre, per la procedura di assegnazione dell’energia elettrica anticipata: da quel momento i soggetti interessati hanno 60 giorni per presentare le manifestazioni di interesse a partecipare alla procedura di assegnazione dell’energia elettrica.
L’impatto del decreto
L’aspettativa di Confindustria è che il decreto Energy Release possa rappresentare una importante boccata di ossigeno per il mondo delle industrie energivore, tanto da garantire a questo segmento circa 1/3 del fabbisogno energetico a prezzi competitivi per i prossimi tre anni. Inoltre, il provvedimento dovrebbe consentire a queste imprese di affrontare il processo di decarbonizzazione senza minare la loro competitività sui mercati internazionali, anche perché, come fa sapere Confindustria, oggi si sta verificando un preoccupante trend, per cui i differenziali fra l’Italia e le altre borse elettriche europee si stanno allargando: lo scorso mese il prezzo elettrico italiano è stato pari a 128,44 €/MWh, 57% in più della Germania, 41% in più della Spagna e 135% in più della Francia. Una possibile criticità sul provvedimento è legata alla effettiva disponibilità delle aree sul territorio nazionale adatte a ospitare i nuovi impianti da fonti pulite. Non a caso il mondo industriale sta chiedendo la revisione delle recenti normative sugli impianti da fonti rinnovabili sui terreni agricoli contenute nei recenti Decreti Agricoltura e Aree idonee, che restringerebbero notevolmente il numero dei siti disponibili.
Data la complessità della normativa e le tempistiche stringenti, rivolgersi a un unico operatore, quale Edison NEXT, può risultare la soluzione più efficace per non perdere l’opportunità di usufruire dell’incentivo Energy Release e ottenere in anticipo l’energia a prezzo calmierato. Le imprese energivore possono affidarsi, infatti, a Edison NEXT non solo per la realizzazione di un impianto fotovoltaico dedicato con Power Purchase Agreement a zero investimento – on site oppure off site -, ma anche per la gestione della procedura di richiesta, la definizione del contratto, oltre che per la gestione degli adempimenti nei confronti del GSE.
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